Antologie

Spesso viviamo senza pensare che nulla è permanente: la storia lo insegna.

Litterae Florentinae

Antologia a cura di Antonello Di Carlo

Lungi da me, con questo titolo altisonante, rispolverare un’idea di rinascimento legata al passato di Firenze, quasi fosse la panacea per qualunque cosa oggi si faccia. Io penso che il rinascimento sia stato un tesoro prezioso, che ci ha lasciato in eredità opere meravigliose. È come uno scrigno dal quale trarre fuori ciò che ci serve. Certamente questo è valso per tanto tempo ma, come avviene per tutti i tesori, anche per quelli enormi, prima o poi troveremo lo scrigno vuoto. Il Rinascimento è frutto dell’ingegno, dell’inventiva, della capacità che l’uomo possiede di dar corpo ai sogni, all’idealità. Gli uomini sì fatti sono terminati e rimangono soltanto le vestigia. Senza uomini e idee, senza quella spinta importante all’idealità, tutto rimane sospeso nel tempo e nello spazio incapace di comunicare l’afflato che ha generato tali prodigi. Così, Firenze ha iniziato la propria decadenza perché non ha saputo valorizzare gli uomini che sapevano guardare oltre ciò che gli accadeva intorno, non cogliendo quella modernità che essi annunciavano con la loro vita e le loro opere.
Il passato avrebbe fatto da trampolino affinché la città potesse affrontare un nuovo “rinascimento”, questa volta non fatto soltanto di opere d’arte in cerca di un bello che togliesse il fiato. Bensì di uomini e idee che guardavano avanti disegnando un futuro che sarebbe arrivato. Coglierne i segni, le tensioni, farli propri, voleva dire dar vita a una nuova coscienza, una nuova consapevolezza di sé, all’interno di quei solchi che la vita stessa ci proponeva e che avrebbero segnato una via percorribile per il rinascimento delle coscienze, di una morale, e di un’etica sempre più necessarie. Ce ne rendiamo conto soltanto oggi.
Così, quando è nata l’idea di questa antologia, frutto del concorso internazionale di letteratura e poesia Litterae Florentinae, ci è venuto spontaneo pensare a Scandicci, luogo dove, nella splendida cornice dell’Abbazia di San Salvatore e Lorenzo a Settimo, è sepolto il poeta “maledetto” Dino Campana.
Certo non pensiamo di emulare con questi scritti i suoi versi, anche perché ciascun scrittore è frutto della sua epoca, del suo tempo, del suo vissuto. Semplicemente abbiamo voluto una luce di riferimento che ci potesse in qualche misura illuminare il cammino. Così abbiamo raccolto gli scritti in un volume per creare questa bella antologia: Litterae Florentinae, ricca di contenuti e idee che proiettano il pensiero di ieri nell’oggi rendendolo accessibile. Quello che vi trovate per le mani non è uno scrigno rinascimentale, bensì un piccolo gioiello che contiene poesie, racconti, frutto dell’impegno di poeti e poetesse che credono fermamente in una nuova era in cui il sogno diventa realtà, in cui la scrittura, la cultura, portano in sé il germe vivo e profondo di un rinascimento delle coscienze, di una storia che non s’interrompe e prosegue ai giorni nostri proiettandoci nel sacrario dell’animo di coloro che hanno scritto questi testi.

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Antologia a cura di Antonello Di Carlo

L'aspetto teleologico della scrittura non è un semplice esercizio linguistico. È un ottimo ponte interculturale perché la “conoscenza” delle persone può essere raggiunta solo attraverso lo strumento della condivisione. Solo così la parola scritta può raggiungere ogni angolo della terra, superare le montagne più alte, gli oceani più vasti, e diventare patrimonio di tutti. Poesie e racconti possono essere più o meno belli, più o meno interessanti. Tuttavia, non è la loro collocazione spaziale e temporale a determinare la loro genesi evolutiva perché le parole, le parole vere... le parole dell'anima, non hanno tempo, non hanno spazio, poiché portano con sé il senso della memoria e della conoscenza. La scrittura è una cura per l'anima e il più potente strumento di dialogo. Attraverso una traduzione corretta e funzionale, l'autore può far conoscere la sua anima ed esprimere i suoi sentimenti, riuscendo a farsi capire da tutti. Sono un po' come il pittore che, con l'aiuto dei suoi pennelli, crea ed esprime tutto ciò che l'immagine rappresentata riesce a trasmettere. Quando l'ispirazione colpisce, lo scrittore fa lo stesso: inizia a tessere i suoi bellissimi arazzi, usando solo una penna e un foglio di carta bianco. E, a proposito di arazzi, è mia umile ma convinta opinione che “Pagine nel mondo” e ognuna delle sue oltre 700 pagine, sia stata superbamente “tessuta” da tessitori di parole veramente esperti”.

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