Premiazione e menzioni speciali
2° Classificato ex Equo sezione opere edite di narrativa in lingua
per Partita a Senet contro il Romitone
«....... vuoi narrare della Sambuca? Vacci, stai là. Ascolta in silenzio ciò che il bosco ha da dirti. Lascia che i suoi naturali sospiri ti incantino, che l'energia del luogo ti attraversi. Fermo, dinanzi alle antiche umide mura del convento, che lì riposa, un fresco sublime scenderà su di te riportandoti indietro nel tempo. Il rumore dei due corsi d'acqua che là si incrociano si mescoleranno forse al rumore degli zoccoli dei cavalli di alcuni Cavalieri che un dì passarono lungo quei sentieri. Se sei un Templare, anche se moderno, indossa il tuo mantello ogni volta che puoi. Vesti il cavaliere che senti essere parte di te e vai attraverso i luoghi che un tempo ospitarono Nobili Cavalieri, i loro mantelli, le loro croci patenti, le spade sacre. Che sia il vento che muove le foglie fruscianti a scuotere il tuo mantello mentre osservi dal prato il muto Monastero che gli alberi tutto abbracciano d'intorno. Percepisci le frequenze che si spostano lungo quelle valli e su per le colline che conservano antichi segreti. Allora sì, allora potrai essere Bardo.
Diploma di Menzione d'onore
per l'impegno e il prezioso lavoro svolto nel
diffondere la cultura.
Un odore di salmastro e di resine mediterranee, quasi sublime ed antico al tempo stesso, riempiva l'aria del primo mattino, attraversata da una tesa brezza di terra che faceva frusciare i rami degli alberi sulla collina che dominava l'intero paesaggio circostante.
Il silenzio maestoso, come in tutti i luoghi pregni di storia ed antiche leggende, imponeva un austero rispetto nei confronti della magnifica chiesa posta in alto, sopra il paese, come una Dea che tutto custodisce sotto la propria ala.
Attraversata la suggestiva area dedicata alla preghiera dei fedeli nella navata centrale e poi il marmoreo altare, dove i dipinti alle pareti sia di destra che di
sinistra sembravano rapire l'osservatore, giunsi in quella che era una secolare Sagrestia, tutta in legno, con un enorme tavolo centrale il cui forte odore di olii e cere incuteva un venerabile timore dell'inconosciuto, volendo immaginare i tanti tomi che vi erano stati posati sopra per la lettura di abati ed eremiti dei tempi passati; riportava al tempo di altri usi, di uomini e donne rimasti nei ricordi o in qualche scritto per non dimenticare segreti e saperi di secoli.
È forse il caso di dire... un posto magico.